<<Il mio sacro poco>>
Pier Paolo Pasolini
Il punctum, il centro, di In silenzio religioso, 1992, di Leonardo Pivi, rimane per me il ventre. Sopra al ventre, di questo Animale Morente1, vi è una figura femminile con un fanciullo. In questo punto nasce l’Arte. Arte, per me, non nasce nella testa o nel cuore: Nessuna separazione metafisica, direbbe Federico Nietzsche. Testa e cuore, due regioni del corpo che abbiamo caricato di logica, da una parte, e sentimento, dall’altra.
Arte è un luogo di digestione. Liquidi umorali che a spasmi desiderano essere rimessi per rinnovare e mantenere una dimensione energetica atta alla creazione di nuovi Mondi – quando questo nostro, per esigenza di sentire, e pochezza del ricevere (l’Ancóra2?): non è abbastanza. Ho ripreso una mia propria bambola di quando ero piccina, un ventre svuotato in Attesa3. Ho preso il calco della stessa, l’ho ripetuta per dieci volte in cemento. In questi luoghi, pancini, ho collocato le mie lamelle4.
Cercare un centro.
Trovare un centro, e caricarlo di quel tutto in eccesso e difetto che mantiene in vita Il mio sacro poco.
1 Dicevano: “Tastatevi il polso e pensate che il tempo sia quello” […] Non era Yeats? <<Consumami il cuore; malato di desiderio/ E avvinto a un animale morente/ Che non sa cos’è>>. Yeats. Sì. Philip Roth, L’animale morente, Torino 2005, Giulio Einaudi editore. Pag. 75
2 Hinc ad hōram, di là fino a quest’ora.
3 Attesa, Attese. Lucio Fontana (Rosario, 19 febbraio 1899 – Comabbio, 7 settembre 1968)
4 Termine introdotto nella mia ricerca artistica da Luca Maggio (Critico e Curatore – Bergamo, 1978) per definire il mio utilizzo di materiale organogeno di taglio.