Sii saggia, Arianna!...
Tu hai orecchie piccole, hai le mie orecchie:
mettici una parola saggia-!
Se ci si vuole amare non si deve forse prima odiarsi?...
Io sono il tuo labirinto...
Teseo, il filo, Dioniso, il vino e ciò che lo preserva: il tappo di sughero. In questi due uomoni si ripete un solo uomo che continua a tradirla mentre lei continua a lasciarsi abbandonare.
Mi sono abituata ad amare per sempre un uomo.
(Questo passo l’ho sempre paragonato alle parole di Ines Morigi Berti: nella vita puoi avere solo una passione, perchè devi dedicarti a lei, totalmente.)
Quella capacità di amare per sempre è una condanna, le impedisce ogni speranza di sfuggire al suo cerchio, alla sua pazzia.
Ho pensato ad Arianna e nella mia mente ho trasfigurato il suo dolore cercando di dargli un volto. Il Lamento è pieno di rabbia e spesso questa collera ha bisogno di essere sfogata.. Un dispetto: tagliare i tappi di sughero.
Ma poi, come recita Nietzsche: Oh torna indietro,
mio dio ignoto! Mio dolore, mia estrema felicità!…
E vedo Arianna che fa un gesto d’Amore e ricuce con ago e filo la di- sfatta. Questo è per me il rito, la catarsi di Arianna.
Il sughero viene trattato in maniera differente in confronto a Batta- glia: mentre prima veniva tagliato e la composizione consisteva nel suo assemblaggio su malta, in Lamento di Arianna viene ricucito su sé stesso, senza l’uso di collanti di varia natura. Un mosaico eco- logico, se così si può definire, dove la sua installazione -che non è pensata per essere addossata a un muro, ma sospesa per provocare una leggera vibrazione dovuta allo spostamento dell’aria- determina un nuovo salto concettuale della mia sperimentazione musiva: l’interstizio non è più la materia che si trova tra una tessera e l’atra, diviene spazio vuoto -tema che tornerà spesso nei miei lavori- dove si intravede la luce. Importante è stato Lucio Fontana con la sua Attesa, con le sue Attese e con le Venezie -le Venezie, secondo me, rimangono tutt’oggi il primo mosaico minimalista nella storia del mosaico, tecnicamente parlando. Di uguale importanza è stato Alberto Burri; là dove Fontana tagliava Burri ricuciva la ferita. Come dicevo, non è più mosaico a parete, tuttavia nemmeno scultura: diviene installazione con la quale l’osservatore può interagire, toccare. E’ pensato come rosone gotico, deve essere visto nella sua doppiezza, deve passare la luce, la verità, la costellazione che ora è Arianna lassù, nel cielo.
Lamento di Arianna è stata selezionata ed esposta per Mosaici dal Mondo, nell’ambito di Ravenna Mosaico 2009 presso la chiesa di San Domenico, con testo critico.